Madre e Maestra due funzioni essenziali da recuperare.
Nov 18, 2025
Riprendiamo un bell'articolo dal blog dello stimato amico Sabino Paciolla di cui consigliamo caldamente la lettura, per formulare alcune riflessioni su una funzione (duplice) che compete da sempre all'universo femminile. MADRE E MAESTRA sono due parole pesanti di significato e valore. Due funzioni indispensabili che non possono non essere svolte, pena gravi disagi e lacune che originano molti dei problemi e delle disfunzioni sociali di oggi. Sia individuali che collettive. Il passaggio indispensabile per apprendere, conoscere e far proprio ogni accidente necessario alla vita in tutti i suoi aspetti deve transitare per queste due dinamiche. Ognuna con le sue specificità, quando parliamo di ruolo. La mamma deve fare la mamma, che nel suo esserlo è in servizio permanente anche come maestra, che sa , conosce, e in virtù del legame di amore che ha con il figlio, insegna.
La maestra nel suo operare come insegnante non può non avere anche una componente importante di maternità per accendere passione entusiasmo e bellezza senze i quali non vi può essere una relazione viva , sincera e quindi efficace e costruttiva per gli educandi, scolari, discenti, chiamiamoli come vogliamo, ma sono sempre bambini, ragazzi e giovani: maschi o femmine.
Corrado Ruini
https://www.sabinopaciolla.com/lignoranza-non-e-piu-una-virtu/
A dire il vero, al contrario dell’obbedienza, a cui si riferiva la nota ed infelice sentenza donmilaniana che qui si è parodiata nel titolo, l’ignoranza non è mai stata una virtù nella chiesa, che, sin dai primordi, si è sempre sentita tanto magistra quanto mater. Tuttavia, da quando ha cominciato a prendere ferie, distacchi, congedi e aspettative, con la scusa che era “in uscita”, la maestra ha dato più volte l’impressione di prediligere nei suoi discepoli l’ignoranza, ed anzi di voler essere ignorante ella stessa per avvicinarsi a loro. Si può quindi dire che il richiamo del papa, per quanto sommesso nei toni, andrebbe preso come un segnale che ‘la ricreazione è finita’ ed è tempo di tornare a studiare. Per tutti, mica solo per gli studenti delle facoltà teologiche. La chiesa, infatti, il catechismo – che una volta si chiamava con lieta fierezza “la dottrina” – l’ha sempre imposto a tutti. Non si può essere cristiani senza sapere (meglio che si può!) che cosa si crede, a chi si crede e, soprattutto in Chi si crede.
Post scriptum. Ciò non toglie, naturalmente, che l’unica ignoranza virtuosa sia quella docta, di cui ben prima di Cusano parlava Agostino (e prima ancora era stata intravista da Socrate): l’ignoranza che sa di non sapere, quella che non possiede nulla ma desidera e mendica tutto perché ha piena cognizione della propria insufficienza. Ma quella ignoranza lì, ai comuni mortali richiede una vita di studi per poterla non dico raggiungere, ma almeno ammirare da vicino.
Una nuova comunità nascente che ha obiettivi e sogni da realizzare insieme!
In questa comunity ci sono donne che credono non sia più tempo di lamentii, accuse, condanne, che generano solo paura e tristezza, uccidono la speranza e la passione di costruire nel presente guardando al futuro con fiducia e forza. Vogliamo aprire una fase nuova, vogliamo irradiare in ogni piccola parte di mondo e di vita, la maggiore quantità possibile di tutto quanto di bello, buono, vero e giusto declinato al femminile sia possibile realizzare concretamente attraverso il magico potere della sacra arte dell'ascolto. Ognuna nel propio ruolo e ambito di vita. Coltivando insieme al meglio tutto ciò che abbiamo come potenzialità per portare a noi stesse e a tutti coloro con cui interagiamo, amore, bellezza e forza per fare delle nostre vite qualcosa di bello e gratificante.